E così, non il troppo diffondermi in quellema la necessità di passar leggermente sopra di queste, farà apparire
quella sproporzione che io dico.
Ora, di quelle che non ho saputo a segno di poterne trattarcon quella distinzione che richiederebbe la materia, mi sarà necessario
il dirne incidentemente, or qua or là, quel tanto che m'è
pervenuto alla mia notizia, secondo che mi caderà in acconcio.
E per accennar prima qualche cosa in generale, il governo presentedi Svezia, non quale apparisce ma quale egl'è, non direi
che fusse altro che una pura aristocrazia mascherata con l'apparenzad'un governo monarchico, che per una né affatto immaginaria
né affatto real repartizione della sovrana autorità tra 'lre e i sudditi potrebbe forse da' politici speculativi chiamarsi
misto. Così il governo non è qual doverebbe essere, perché le leggiconcedono agli stati maggior autorità di quella che effettivamente
posseggono, né qual potrebbe essere, perché il re, che è ereditarioed ha l'armi in mano, potrebbe depender manco.
Ora, quello che defrauda del momento della loro legittimaautorità gli stati ed incanta la forza del re, è il senato: a quegli
sotto 'l manto di mediatore tra essi e l'autorità regia, a questosotto 'l titolo di suo consiglio. È invero il senato per ragion d'uffizio
l'un'e l'altra di queste due cose, ma non per verità. Nonmediatore, perché si fa sempre avvocato del re, nelle mani del
quale cerca sempre di condurre l'arbitrio e l'avere de' sudditi:
l'arbitrio, acciò che sostenga appresso al re il credito della sua
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Svezia
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