mediazione e fortifichi in conseguenza l'opinione della necessità
ch'egli ha del senato, e nello stesso tempo gli serva di merito o dipretesto alla partecipazione del secondo (dico l'avere), il quale fintanto
che non è nelle casse del tesoro regio non può il senato in alcunmodo appropriarsi. Nemmeno può dirsi che 'l senato sia consiglio
del re, ma in quello stato che di man in mano torna meglio allagrandezza, all'utile e all'autorità di esso senato, e ciò a qualsivoglia
prezzo. Anzi, valendosi di questo titolo di consiglio del re,
viene a tenere chiuso l'adito a tutti quelli che, non essendo interessatinella suggezione del re a questo fantastico tribunale, potrebbono
consigliarlo secondo l'esigenza del suo vero interesse.
Per sottrarre i re da questa sorda tirannide bisognerebbe, oche nascessero fuori di Svezia o che almeno venissero alla corona
con educazione straniera. Il re Carlo Gustavo, che fu padre del red'oggi e che ebbe l'un e l'altro di questi vantaggi, fu in altra
forma re perché fece sempre quello che volle e, secondo che stettecontinovamente con la spada in mano, tutto fece e non si trovò
mai ch'ei contravvenisse alle leggi. Se fusse vissuto averebbeforse mostrato questo bel segreto al figliuolo, il quale per sua
disgrazia educato sotto la tutela ordinaria delle leggi non prescrittadall'arbitrio e dall'educazione del padre, non so se arriverà
mai a ritrovarlo, essendosi auto grandissimo riguardo a nonlasciargli far provvisione di quegl'ingredienti che ci vorrebbono
per lavorar da sé, onde non può trovarlo che per azzardo.
| |
Svezia Carlo Gustavo
|