da farsi agli stati, serve di mediatore tra essi e 'l re, per ottenerloro quelle modificazioni che maggiormente desiderano; benché
in questo giuoco, come ho già due volte accennato, tutto il suonegozio o fine consista in far valere al re il credito della sua
interposizione appresso i popoli, e a' popoli il frutto della sua mediazioneappresso il re, facendo apparire, particolarmente dove si
tratta di levar sussidii, d'averlo indotto a contentarsi d'unasomma molto più limitata di quella che da principio aveva fatto
le viste di bisognarli o di volere. È il senato antichissimo in Svezia,
rappresentando quel corpo de' magnati del Regno co' quali conferivanoquegl'antichi re le materie di stato, formando, per così
dire, d'alcuni pochi del corpo della nobiltà il loro consiglio. Daprincipio fu molto ristretto: poi in diversi tempi accresciuto,
fu dalla regina Cristina, se non erro, ridotto a venticinque, e dalre Carlo Gustavo suo successore (che volle fomentarne la divisione
e riempierlo di fazioni) al numero di quaranta, come è al dì d'oggi.
È adunque il senato, a parlar propriamente, un consiglio del re,
eletto e creato o dal re medesimo o da quelli che rappresentanol'autorità regia nelle minorità. Egli è anche vero che, sebbene
questo consiglio è eletto dall'assoluta autorità del re, non lascianello stesso tempo d'essere una spezie di consiglio della nazione,
la quale rimette implicitamente al re il provvederla di questotal consiglio: il che apparisce manifestamente nel giuramento che
prestano i senatori in qualità di senator regis regnisque Sueciae,
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Svezia Regno Cristina Carlo Gustavo Sueciae
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