e nel non poter il re deporgli senza l'assemblea e 'l consentimentodegli stati, facendo una specie di deputazione di due o
tre di ciaschedun ordine, davanti a' quali hanno a processarsie ha da risolversi, per comune accordo di tutti gli ordini, che 'l
preteso reo, in virtù delle leggi del Regno, merita d'esser deposto.
Ora, come tutti i re pretendono d'avere sui loro popoli qualchejus di più di quelli de' quali i medesimi popoli vanno d'accordo,
e per lo contrario, si trova che il re di Svezia pretende che ilsenato non abbia che il puro voto consultivo. Il senato s'oppone,
allegando che non occorrerebbe ch'ei consigliasse quando il suoconsiglio, particolarmente in caso di una generai conformità di
voti, non dovesse obbligare il re a seguirlo. Questa disputa stasempre in piedi; è ben ver che i re sono in possesso di farsi
buona la loro ragione, toltone alcune cose le quali il re senzacontroversia non le può fare, e non le fa. Verbigrazia, il re non
può descriver soldati (intendendo però di quelli secondol'ordinanze consuete delle milizie del Regno), perché le province
hanno a pensare al mantenimento di essi, e non gli descrive. Il renon può levar le contribuzioni straordinarie, e non le leva. Non
può pigliar moglie senza l'approvazione degli stati, e non la piglia.
Non può assumere il governo prima di venticinque anni finiti,
e non l'assume. Finalmente non può farsi coronare senza il consensodegli stati, e non si corona. E de fatto, non può il re dispensarsi
dall'aver molta considerazione per il senato, poiché, sebbene
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