la guerra in piedi, per farsi sovrano, sì come fece, non con altro finese non per fare all'altrui spese esperienza di ciò che egli medesimo,
o in un modo o in un altro, disegnava di fare. Onde la cognizioneche hanno gli Svezzesi, che ogni progresso del loro re sopra la Danimarca
può essere il veleno della loro libertà, doverebbe essere d'impedimentoal tentar cosa alcuna sopra quel Regno. Oltre di che,
dalle guerre del re Carlo Gustavo si può anco dedurre che generalmentesiano inclinati alla guerra solo quanto richiede la necessità
e la reputazione del Regno: poiché, potendo questo re raccorrei frutti delle sue armi vittoriose in una pace che gli portava tutta
la Prussia e tutto il danaro della Pollonia, e volendo (anzi checontentarsi di ciò) seguitare avanti la sua conquista, facendo venire
nello stesso tempo di Svezia la corona per coronarsi re di Pollonia,
dal che conoscendo gli Svezzesi che la sua ambizione andavapiù in là del semplice nome di vendicatore dell'onore della Svezia,
si raffreddarono gl'animi loro in quella guerra e conquista; ond'eglivedendosi a risico di perdere la propria reputazione, stimò bene
desistere dall'impresa abbracciando l'occasione che impensatamenteincontrò di una guerra contro la Danimarca, come quella
che per allora scopriva meno la sua ambizione e che era più plausibileal Regno, perché aveva una tale apparenza di necessità per
l'attacco che dalla medesima Danimarca veniva fatto. Non perquesto però ardirei d'affermare che gli Svezzesi non volessero
mantenere una guerra che non avesse altro fine che il conquistare:
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