per lo spazio d'anni dieci, furono alla fine sforzati nel
1669 a supplicare S.M. di voler limitarne la quantità: che fuloro concesso dal re, e provvisto che da quelle province non si
mandassero che cinquemila tonnelli l'anno di catrame ed intornoa seimila di pece, che dovessero riceversi dagl'appaltatori e pagarsi
a danari contanti a ragione di ventitré talleri per tonnello; dipiù, il re alleggerì loro l'aggravio riducendolo a dodici talleri
meno per tonnello di quello che pagavano per avanti. Con questiprivilegi speravano di risarcirsi dentro a qualche poco di tempo:
e veramente ne hanno spacciato una gran quantità, sì del vecchiocome di quello che continovamente vien loro somministrato;
con tutto ciò non si sono rimessi e restano sempre indebitati, edentro e fuori del Regno.
Ciò ha dato motivo alle querele di molte città e provinceappaltate, ed ha facilitato la licenza ottenuta mesi fa dal signor
Giacomo Simple di poter estrarre in tre anni tremila tonnelli dicatrame e cento di pece; al conseguimento della qual concessione,
per altro molto pregiudiziale all'appalto, hanno assai contribuitodue o tre personaggi principali guadagnati da lui, ed anco gl'ha
non poco giovato l'aver ceduto ad una pretensione che avevasopra la corona di quattromila lire sterline. Questo è quello che
ha ridotto gli appaltatori all'ultimo sterminio e gl'ha fatto perdereaffatto il credito, di modo che, se non si revoca la concessione
del Simple, saranno sforzati a disdire l'appalto e restituire,
nella confusione delle cose presenti, la patente ad intraprendere
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