ale d'Inghilterra de' loro panni, facendo pagare al re il pannosvezzese, per quanto dicono gl'Inglesi, allo stesso prezzo che egli
paga quello d'Inghilterra, il quale fa passare per panno megliolavorato per servirne gl'uffiziali ed altre persone di conto. Se a
questo mercante non manca il danaro, potrà per altro far qualchecosa, avendo i tessitori e le altre maestranze a bonissimo mercato.
Nel collegio del commercio è stata portata ultimamente una pezzadi panno inglese per lavorato in Svezia, secondo quello che suppongono
gl'Inglesi: né pare fuori del verisimile la loro supposizione
(potendovi essere interessati de' signori di condizione, oper essere associati al negozio o per essere stati guadagnati),
poiché il panno svezzese è pessimo, non ha corpo e, bagnato,
rientra moltissimo, né è buono che per la gente ordinaria, mentreper fabbricarlo si servono delle lane d'Alemagna, incapaci di far
panni fini per esser dure e intirizzite come crini di cavallo.
Il mercante sopra nominato ha per privilegio di non pagardazi di quello che impiega nella sua manifattura, onde di tutto
ciò che a questo fine s'introduce il re ne perde i tolli, e di più
sente il pregiudizio di pagare il panno svezzese al prezzo del pannoinglese; e di vantaggio ancora perde i tolli di quel panno forestiero
che di più s'introdurrebbe quando non vi fosse la dettamanifattura. È però vero che in questo modo si dà animo e s'abilitano
i sudditi a poter fare senza i forestieri e si trattiene ancoil danaro nel Regno. Mi pare che un anno per l'altro questo mercante
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