In che stato essi in oggi si ritrovino si può argomentaredall'essersi veduto che Coventrey, quando fu quivi ambasciatore,
facendo una grandissima spesa pigliava tutto il danaro da duecase di mercanti inglesi; e l'inviato presente venendo d'Inghilterra
con Shualswenk, che era il primo mercante di questapiazza, gli dette in Londra 400 lire per averle in Stockholm subito
arrivato, oppure dieci giorni dopo: stettero cinque settimane inmare, e dopo questo spazio arrivati al termine di dieci giorni,
si lasciò rivedere con 40 lire, poi con 60, poi con 30, ed in sustanzastette sei mesi prima di ritirare il suo danaro. Per non far torto
alla nazione s'accostò prima, in altre occasioni, ad un altro mercanteinglese; alla fine è stato forzato risolversi far capitale di
Duflon, come fa sino al dì d'oggi. Non è dubbio che i mercantiinglesi diranno che fa loro torto, e che potrebbon servirlo colla
stessa puntualità, ma egli sa molto bene che non farebbon diversamenteda' primi. Quanto vi è di buono è che al tempo d'un
nuovo trattato gli compenserà questo torto presente, producendoloper argumento del poco guadagno per procacciar loro
vantaggio maggiore.
Procede loro tanta grande scarsità di danaro perché, quando imercanti inglesi danno le loro mercanzie, non vengono pagati
che fra sei mesi o un anno, ma quando vogliono mercanzie delpaese bisogna che sborsino prontamente il danaro. Anzi molte
volte nemmeno riscotendo al tempo determinato, sono costretti
tenere impiegato sempre il danaro che tirano d'Inghilterra nelle
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