il mio viaggio è succeduto tanto dopo alla sua abdicazione e partenzadal Regno, tralasciando ogni altra cosa mi ristrignerò solamente
ad alcune poche notizie intorno alla medesima abdicazionee motivi di essa.
Il gran cancelliere Oxenstiern fece il possibile per bene allevarela regina, e mentre che da lui fu governata ebbe sentimenti
di giustizia e di prudenza. In una cosa sgarrò, che si credettedi comandar sempre e che la regina sempre dovesse depender
da lui: la buona maniera del conte della Gardie, che in progressodi tempo fu anch'egli gran cancelliere, è verisimile che la vincesse
sopra la venerazione tenutagli. Quando il conte fu mandato inFrancia, dicono per cosa certa che nelle lettere credenziali ci fussero
queste parole: che ella mandava al re il più bell'uomo chefosse nel suo Regno. Questo, ritornando da' suoi viaggi con sentimenti
pieni di prodigalità, ricresciuti ancora dalle fresche ideedella corte che aveva trattato, fu il primo ad inspirargliene. Da
tali princìpi ne nacque che ella cominciò a far poco caso de' consiglidel gran cancelliere, e disprezzandolo lo trattava da pedante:
anzi, quando si fece la pace d'Alemagna, scrivendo al figliuologl'ordinò che a dispetto di suo padre sottoscrivesse la pace, altrimenti
che il diavolo gliela farebbe segnare.
Contribuì molto alle profusioni della medesima l'avidità ditre signori, i quali allora erano chiamati i più grandi ladri di Svezia:
Tunguel, Guldenclou e un altro, segretario di Livonia. Leprofusioni dunque della regina e l'avidità di coloro che gl'erano
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