attorno, praticati per tutto il tempo della sua reggenza, arrivaronoa tal segno che vi sono delle province, e delle migliori, dove
non resta un contadino al re; sì che si può dire che le principalicagioni de' disordini succeduti sieno stati la debolezza della regina
e l'avarizia di chi la governava, piuttosto che alcun determinatoconsiglio o cabala, quantunque gli Spagnoli non vi abbian aùto
piccola parte, essendo certo che don Antonio Pimentelli gli fecespender molto del danaro d'Alemagna, e proccurò di rovinarla
per quei fini de' quali appresso si parlerà. E si crede che una delleragioni della sua abdicazione fosse quella di vedersi esausta, e
di non aver più modo di saziare l'ingordigia d'ognuno: di ciò
i burgesi e contadini fecero molte volte pubblica querela nellediete, quando, essendo indotta ad estrema necessità per mancamento
dell'entrate della corona, ell'era obbligata a domandar de'
sussidi, con aggravio dei medesimi burgesi e contadini che dovevanosomministrarglieli. E sebbene le loro querele nel tempo
della sua reggenza non furono udite, fin d'allora si motivò cheper liberare il pubblico dagl'aggravi e stabilire l'assegnamento
per la sussistenza del principe si dovessero ritirare gli beni da quellia' quali erano stati donati.
Il re Carlo Gustavo, venendo alla corona, trovò che lo statoregio non poteva sussistere senza gli beni della medesima corona;
e si crede che Herman Fleming, senatore del Regno e consiglieredella camera de' conti, insieme con Coiet, segretario di stato,
fussero quelli i quali gl'insinuassero questa massima.
| |
Spagnoli Antonio Pimentelli Alemagna Carlo Gustavo Herman Fleming Regno Coiet
|