Pagina (397/427)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      attorno, praticati per tutto il tempo della sua reggenza, arrivaronoa tal segno che vi sono delle province, e delle migliori, dove
      non resta un contadino al re; sì che si può dire che le principalicagioni de' disordini succeduti sieno stati la debolezza della regina
      e l'avarizia di chi la governava, piuttosto che alcun determinatoconsiglio o cabala, quantunque gli Spagnoli non vi abbian aùto
      piccola parte, essendo certo che don Antonio Pimentelli gli fecespender molto del danaro d'Alemagna, e proccurò di rovinarla
      per quei fini de' quali appresso si parlerà. E si crede che una delleragioni della sua abdicazione fosse quella di vedersi esausta, e
      di non aver più modo di saziare l'ingordigia d'ognuno: di ciò
      i burgesi e contadini fecero molte volte pubblica querela nellediete, quando, essendo indotta ad estrema necessità per mancamento
      dell'entrate della corona, ell'era obbligata a domandar de'
      sussidi, con aggravio dei medesimi burgesi e contadini che dovevanosomministrarglieli. E sebbene le loro querele nel tempo
      della sua reggenza non furono udite, fin d'allora si motivò cheper liberare il pubblico dagl'aggravi e stabilire l'assegnamento
      per la sussistenza del principe si dovessero ritirare gli beni da quellia' quali erano stati donati.
     
      Il re Carlo Gustavo, venendo alla corona, trovò che lo statoregio non poteva sussistere senza gli beni della medesima corona;
      e si crede che Herman Fleming, senatore del Regno e consiglieredella camera de' conti, insieme con Coiet, segretario di stato,
      fussero quelli i quali gl'insinuassero questa massima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





Spagnoli Antonio Pimentelli Alemagna Carlo Gustavo Herman Fleming Regno Coiet