anche dal cancelliere Oxenstiern, onde fu allontanato dalla cortee privato d'una parte de' beni che la regina gl'aveva donato. In
ogni modo gliene lasciò tanti, che potrebbe dispensarsi dal professarecosì apertamente una inimicizia irreconciliabile. La prima
volta che ella tornò in Svezia gli fece fare quella reversale; laseconda la fece tornare indietro da Norkoping, processandola, per
così dire, sopra un prete che menava seco. È da sapersi che daquesto incontro lo spirito altiero della regina ne ritrasse motivo
di lusingarsi, o almeno di darlo ad intendere, avendo scritto allorain Danimarca che si rallegrava di riconoscersi ancora amata e
temuta in Svezia.
Non vi è pericolo che le levino le sue intrate, non essendo maipossibile che tutti gli stati insieme arrivino a tanta indignità
di permettere che si riduca alla mendicità una principessa che hafatto del bene a tanti, benché per altro esca loro il danaro degl'occhi
che ella spende in Roma. Di ciò ognuno ne va d'accordo, eparlandosi delle di lei generosità dicono che sono state profusioni.
Ad ogni modo, ciaschedun crede che con essa seco si sia procedutoa proporzione del merito, e con tutti gl'altri si sia profusa: di
qui è che all'occasioni la regina non trova mai la dovuta gratitudine;
gl'usano però quella di far pubbliche orazioni per leinelle chiese, acciò il Signor Dio la riconduca nella via della salute.
Ebbe ella pretensione di non aver rinunziato che a favoredel cugino e suoi discendenti, ed in mancanza d'essi di ritornare
alle sue ragioni; gli convenne però cedere e fare la seconda renunzia,
| |
Oxenstiern Svezia Norkoping Danimarca Svezia Roma Signor Dio
|