Pagina (17/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Per la qual cagione adopera in essi per avventura il Sole fortissimamente, e di que’ mari trae fuor vapori i quali si mischiano a’ venti: e ad una gran libecciata è arrivato a fare fino in trentacinque e cinquanta gocciole al minuto d’ora. Una volta fra l’altre combattendo insieme venti Aquilonari e Libecci, con tempo assai nuvoloso, e che le nuvole toccavano i monti, ottantaquattro se ne contarono nello stesso spazio di tempo; ma restando superiori que’ che soffiavano da Tramontana, a poco a poco restò di sudare, e in poco più di mezz’ora il cristallo era asciutto, non ostante che dentro vi fusse dimolta neve; e così si mantenne per tutta la notte e tutto ’l seguente giorno che durarono a tirare i medesimi venti. Ancora quando spirano Ponenti si è osservato mantenersi ’l vaso asciuttissimo. Vero è che di queste cose non si può dare una certa regola, potendo elleno variare per moltissimi accidenti non solo della stagione e dell’aria, ma eziandio de’ luoghi e de’ paesi stessi, per ragion de’ quali i giudizzi di detti venti alcuna fiata si mutano. E noi sappiamo che in certe Città e luoghi i venti Meridionali son più freddi che a noi; conciossiacosaché abbiano monti pieni di neve dalla parte del mezzogiorno, onde i venti nel passarvi sopra si volgono a freddo. Non per tanto lascerà il nostro strumento d’esser fedele a ciascun paese dov’egli venga posto in uso; ed all’ordinarie indicazioni delle nature di que’ venti si troverà assai aggiustatamente rispondere con la sua operazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





Sole Aquilonari Libecci Tramontana Ponenti Città Meridionali