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      Poiché allora premendogli da una parte la confinante aria, premuta anch’essa da tante miglia d’aere ammassato, dall’altra ov’e’ non hanno ritegno e confinan col voto il qual non gravita punto, te gli fa sollevare in alto, sin che il peso del liquor sollevato arrivi ad agguagliare il peso dell’aria premente dall’altra parte. Fassi quest’equilibrio con diversi liquidi a diverse altezze, secondo che l’esser più o men gravi in ispezie gli rende abili da minore o maggior altezza a resistere alla forza e balía dell’aria. Noi, com’è la comune usanza e come anche praticò da principio il Torricelli, ci siamo serviti dell’argentovivo, come quello che sì maravigliosamente pesando ci somministra una comoda operazione per fare il voto dentro al minore spazio in cui far si possa con qualsivoglia altro fluido. Ciò che in tal maniera ci sia riuscito vedere, le seguenti esperienze il dimostreranno.
     
      ESPERIENZA
     
      PER LA QUALE CADDE IN ANIMO AL TORRICELLI, SUO PRIMO INVENTORE,
      CHE IL SOSTENERSI NEL VOTO L’ARGENTOVlVO ED OGNI ALTRO FLUIDO ADETERMINATE ALTEZZE, POTESSE AVVENIRE DALL’ESTERNA NATURAL
      PRESSIONE DEL’ARIA
     
      Sia la canna di cristallo (9) A B C lunga intorno a due braccia ed aperta solamente in C. Empiasi per di quivi d’argentovivo, e serrata o con applicarvi un dito o con vescica alquanto inumidita e fortemente legata si capovolti e tuffisi leggiermente nell’argento del vaso D E, e s’apra. Scenderà subito l’argento della canna per tutto lo spazio A F, dove arrivato col suo livello, dopo alcuni libramenti si fermerà; ed il cilindro d’argento sostenuto F B, che resta sopra la superficie dell’argento D E nella canna eretta alla medesima superficie stagnante, sarà d’altezza in circa d’un braccio e un quarto.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





Torricelli Empiasi