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      Notisi, che la palla G H fu aggiunta alla semplice canna H I, acciò quell’aria che in invisibili moli stassi minutamente seminata per l’argentovivo, e che salendo nel voto lo fa gorgogliare nel suo discendere, avesse campo in così gran vano d’agiatamente distendersi, senz’avere ad alterare con la sua pressione la naturale altezza K L alla quale per sua natura doverebbe equilibrarsi l’argento.
     
     
      ESPERIENZA
     
      PROPOSTA PER FAR VEDERE CHE DOVE MANCHI L’ARIA PREMENTE L’ARGENTOVIVO PIÙ NON SI SOSTIENE
     
      Sia il cannello di vetro o di cristallo (17) A B minore di un b. e ¼. Si chiuda l’inferior bocca B con vescica, e pieno d’argentovivo per A vi s’immerga una lancetta A C la quale, leggiermente posando sopra la vescica del fondo, giunga con la sua estremità alla bocca A, e questa ancora si serri con sua vescica.
      Sia parimente un’altra canna D E maggiore d’un b. e ¼ fabbricata in modo che dalla bocca E possa facilmente turarsi con un dito, e dall’altra D sia capace di ricevere il cannello A B. Questo così pieno d’argentovivo vi s’inserisca, avvertendo a introdurlo tanto addentro nel vano della canna, che la sua bocca B rimanga sotto l’altezza di un b. e ¼, presa dal livello stagnante dell’argentovivo del vaso F G verso D. Si saldi poi il suddetto cannello in D con mastice o stucco a fuoco, sì che ogni spiraglio per cui potesse trapelar l’aria di fuori perfettamente si chiuda. Vadasi poi empiendo per E d’argento tutta la canna ED, e turata col dito la bocca E ed immersa nell’argento F G, si faccia il voto nella parte D H, sì che la bocca B del cannello B A rimanga tuttavia immersa nell’argento H I. Chiudasi nuovamente col dito la bocca E senza cavarla di sotto il livello F G, onde tolta la comunicazione dell’argento F G divenga la canna D E vaso d’immersione al cannello A B; allora calcata esteriormente in A la lancetta A C, si sfondi la vescica del fondo B; che subito aperta, si vedrà il cannello A E ancorché minore d’un b. e ¼ votarsi affatto del suo argento, al contrario di quello che avverrebbe, se lo spazio voto D H fosse pieno d’aria; come per la seguente sperienza fia manifesto.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





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