Pagina (49/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Se poi nella palla D s’introdurrà un po’ d’aria, questa benché per la dilatazione ch’ella conseguisce nel voto divenga rarissima, in ogni modo prestissimo imbevendo il calore ed il freddo fa sì, col suo rarefarsi e ristringersi, che le mutazioni che fa l’argento di salire e di scendere son più veloci e maggiormente sensibili.
     
      ESPERIENZA
     
      PER VENIR IN CHIARO SE L’ARIA SIA QUELLA LA QUALE, SERVENDO DI FOGLIA ALLA SUPERFICIE POSTERIORE D’UNA LENTE DI CRISTALLO, RIFLETTA QUELLA SECONDA IMMAGINE A ROVESCIO PIÙ OFFUSCATA E LANGUIDA, CHE V’APPARISCE, D’UN LUME O D’ALTRO OGGETTO CHE VI SI SPECCHI, COME CREDETTE IL KEPLERO
     
      Si fermi con[3] lo stucco a fuoco una lente di cristallo come A B (35) su la bocca del vaso A C, la qual bocca abbia l’orlo alquanto arrovesciato in fuora e spianato, acciò la lente vi si possa stuccar su facilmente nel suo dintorno. Ripieno poscia il vaso d’argentovivo si faccia il voto, e fatta buia la stanza s’accosti una candeletta accesa alla lente e s’osservi, che nello stesso modo vi si vedranno le due solite immagini. Una più piccola ma vivissima e sempre diretta, ed è quella che viene dalla superficie convessa esterna. L’altra maggiore ma sempre più abbacinata e languida e ’l più delle volte a rovescio, la quale avvegnaché per lo voto fatto manchi alla superficie concava interna della lente la foglia immaginata dell’aria, non per questo si perde.
      Noi nel fare quest’esperienza abbiamo sempre usato di finir d’empier la canna con tre o quattro dita d’acquarzente. Poiché questa nel rivoltarsi il vaso per fare il voto salendo per mezzo dell’argentovivo alla sommità di esso, lava e terge mirabilmente la lente da ogni appannamento che vi potesse lasciar su l’argento; del qual poi s’avesse a dire che le potesse servir di foglia in vece dell’aria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165