Sia una canna (40) come A B di due braccia, dentr’alla quale (essendo ancor aperta in A) si cali un Termometro di cinquanta gradi a capo allo ’n giù, fatto in modo dalla parte dov’egli è sigillato, ch’ei si possa reggere in sul risalto che fa indentro la strozzatura C D dalla canna fatta apposta per questo effetto. E perché nel mettersi l’argentovivo non abbia il Termometro a scorrere, e urtando nella palla di quello che si dee mettere di sopra, a rompersi l’un e l’altro, si raccomandi a un filo il qual fatto riuscire per la bocca B serva a poterlo reggere quando si capovolta la canna per empierla. Accomodato il primo si metta l’altro, ma talmente compagno che vada con esso a capello, e questo, nel sigillarsi ermeticamente la bocca A, si fermi in essa colla medesima pasta del cristallo infocato. Preparato in questa maniera lo strumento, si metta l’argentovivo e si faccia il voto, avvertendo a far rimanere la strozzatura C D sopra il braccio e ’l quarto, acciocché il Termometro che su vi posa non resti sepolto sotto l’argento, ma con tutti i suoi gradi rimanga libero all’osservatore. Fermata la canna immobile, in questo stato si mandi gran copia di calore nello spazio voto con due palle di ferro roventi, (41) tenute in ugual distanza da essa canna, ma in disuguale dalle palle de’ due Termometri, de’ quali alquanto più vicine doveranno tenersi al più basso, acciocché il calore ch’è sempre levato in alto dall’aria venga in tal modo più ugualmente distribuito. Noi, dopo aver moltissime volte replicata quest’esperienza, altro non possiamo dire se non che veramente il Termometro di sopra sente più il caldo di quel di sotto.
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