Quando poi vi si vuol metter de’ pesci non vi si lascia aria, né meno s’empie tutta la palla d’argento, ma vi si mette tant’acqua che soprastando, fatto il voto, al cilindro sostenuto venga ad empiere intorno alla metà di essa palla, onde i pesci vi si possan muovere e sì guizzare. Avendoci altre volte voluto metter degli animaletti piccoli, come lucertole, mignatte e simili, (48) abbiamo serrata con essi una piccola palla di cristallo massiccio formata a spicchi, la quale nel farsi il voto portata a galla sopra l’argento venisse loro a chiudere l’imboccatura E della canna, ond’avessero a rimanere dentr’alla palla per esser più comodamente osservati.
Tutte queste notizie parranno a taluno per avventura superflue; ma quegli che nello sperimentare sono di lunga mano ammaestrati, e sanno per prova le difficultà che s’incontrano nel fare un’esperienza, per gl’impedimenti che reca talvolta il solo uso de’ materiali strumenti, anzi gradiranno che disprezzare queste minuzie; delle quali è incredibile a dirsi quanto sia il frutto e quanto considerabile il perdimento di tempo che per esse viene a schivarsi.
ESPERIENZA
DEL SUONO NEL VOTO
Sospeso un sonaglio allo stesso filo in luogo della pastiglia, dopo fatto il voto incominciammo a crollar gagliardo la palla, e quello si fece sentire dello stesso tuono come se dentro la palla vi fosse aria naturale, o se vi fu alcuna differenza, di certo ella non fu osservabile. Vero è che in quest’esperienza bisognerebbe che lo strumento sonoro (impossibil cosa) non communicasse per alcun verso col vaso, poiché altrimenti non può dirsi di certo se venga quivi formato il suono dalla rarissim’aria e dagli aliti svaporati nel voto dall’argentovivo, o vero dall’intronamento che dalle percosse del metallo mediante il filo riceve il vaso, e conseguentemente l’aria esterna che lo circonda.
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