Quindi poi nel ridursi l’aria al suo stato naturale, e sì anche artifizialmente comprimendola si pensò di vedere qual variazione facesse l’acqua dentro al cannello.
Fu però preso un vaso di grosso vetro, (54) come A B C. Quivi si messe il cannellino A D, e serrata la bocca A con vescica, si messe il vaso a giacere; onde il suo collo A E stando orizzontalmente, orizzontalmente reggesse ancora il cannellino A D. In tale stato del vaso, si messe del vin rosso (per meglio vederne il livello nel cannellino) per bocca F sin che si livellasse in G H, usando nel metterlo tal diligenza, che la bocca D del cannello non ne venisse bagnata. Ciò fato si messe la bocca d’uno schizzatoio a vite nella sua madre di metallo saldata nella bocca F, e fatta con esso più volte gagliarda attrazione, si raddrizzò il vaso, onde il vino livellato prima in G H si livellò in B C, rimanendovi immersa la bocca D. Per essa dunque fu subito sollevato il vino come sarebbe in F, e fu tal sollevamento uguale a quello che sarié stato nell’aria naturalmente compressa; poiché non solamente lasciatala ridurre al suo stato naturale con aprir la bocca F, ma cacciatavene a forza con lo schiziatoio, onde la vescica A divenne durissima a comprimersi, non si vedde che il vino acquistasse quant’è la grossezza d’un capello sopra la prima altezza, alla quale nella prima esperienza l’aria del vaso rarissima l’avea sospinto.
Fu anche fatta un’altra esperienza ed è questa. Nella solita palla si messe un sifone, (55) come A B C D, sospeso in modo che dopo fatto il voto rimanesse nel mezzo della palla diretto, e pieno d’argentovivo.
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