ESPERIENZEINTORNO AGLI ARTIFICIALI
AGGHIACCIAMENTI
Fra le stupende operazioni della natura fu sempre avuto in grandissimo pregio quell’ammirabil lavoro, ond’ella rimuovendo l’acqua dalla sua fluidità la lega e ferma insieme, donandole soliditade e durezza. Quest’opera, quantunque ella s’abbia tutto giorno davanti agli occhi, ha nondimeno dato in ogni tempo, al pari dell’altre più nascoste e più rare, ampia materia di sottilissime speculazioni agl’ingegni degli uomini: mentre si considera che dove il fuoco sciolto in velocissime faville, cacciandosi per le commessure più fitte delle pietre e de’ metalli medesimi, gli apre, liquefà e riducegli in acqua; il freddo per lo contrario (che più meravigliosa cosa è) i liquori più fluidi invetra e rassoda, convertendogli in gelata neve ed in ghiaccio, che poi, ad ogni tiepido fiato che v’aliti d’intorno, acque correnti e fuse novellamente divengono. Anzi (che più stupore n’arreca) vedesi con sì violenta forza operare il freddo nell’agghiacciamento de’ fluidi, che penetrando non che ne’ vetri fino per l’occulte vie de’ metalli, non altrimenti che nelle sotterranee e profonde mine il rabbioso fuoco scoppia con empito e s’apre furiosamente ogni via, così anche ’l freddo nell’atto del congelare i chiusi vasi di grossissimo cristallo rompe, quegli d’oro più schietto sottiglia e distende e finalmente strappa, e quelli di crudo bronzo gettati spezza; e di grossezza tale che se per carico di peso morto schiantar si dovessero, forse e senza forse vi vorrebbero migliaia e migliaia di libbre.
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