Quest’effetto fece sovvenire a qualcuno della prima esperienza registrata sotto il titolo degli artifiziali agghiacciamenti; nella quale quel secondo coperchio del vaso d’argento si trovò scoppiato e tutto ricoperto d’una sottile sfoglia di ghiaccio formatasi dell’acqua venuta fuori per la crepatura nell’istante dell’agghiacciamento. Ora nello stesso modo vogliono dire che quella prima crosta che si fa della superficie dell’acqua, sigillando più di qualsivoglia coperchio co’ dintorni del vaso, l’acqua che le riman sotto, quando si vuol agghiacciare, non avendo campo dove rarefarsi rompa dov’ella può, e trovando per lo più meno resistenza nel ghiaccio che ne’ lati del vaso, v’inondi sopra e si raguni più in una parte che in un’altra, secondo l’inclinazione de’ piani de’ quali si fende quel primo smalto nello scoppiare; che quivi poi in progresso di tempo agghiacciandosi, anch’ella venga a formare quel po’ di rialto che s’è detto di sopra. È anche stato delle volte ch’ell’ha rotto i vasi; il che (secondo loro) è potuto assai verisimilmente accadere perché l’acqua del fondo abbia penato tanto ad agghiacciarsi, che la crosta di sopra si sia talmente ingrossata che sia divenuto più facile il romper il vaso che ’l coperchio. Ma di queste cose non è possibile il darne regola, potendosi dare infiniti casi pe’ quali, o scoppi solo il vaso o solo il coperchio o prima l’uno e poi l’altro o l’un e l’altro insieme, secondo che portano gli accidenti esterni dell’aria e del freddo, della calma dell’aria o de’ venti, l’uguaglianza o la difformità della resistenza de’ vasi o l’interna disposizione de’ medesimi liquori.
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