Anche il zucchero fa qualche cosa, ma non molto in comparazione del sal comune, del sal nitro e del sal armoniaco, che più degli altri ci riescono maravigliosi nell’opera dell’agghiacciare.
SESTA ESPERIENZA
Messo del ghiaccio in vasi di diversi metalli per vedere dove si conservasse più, nulla se n’è cavato di certo. Pure se s’avesse a dire così in digrosso quello che par che risulti da un gran numero d’osservazioni si direbbe che assaissimo si conservi nel piombo, assai nello stagno, poco nel rame e nel ferro, meno nell’oro, e nell’argento meno ancora. Non è già per questo che alle volte non se ne sia andato prima quel dello stagno e del piombo che quel dell’argento e dell’oro; però, come s’è avvertito, non è da starsene molto a quest’esperienza la qual si propone più tosto per dar motivo ad altri di ritentarla per vie più sicure, che per dire alcuna cosa della quale ci abbiano resi certi le nostre osservazioni.
SETTIMA ESPERIENZA
Scrive il Gassendo, ed è verissimo, che una lastra di ghiaccio spruzzata per di sopra abbondantemente di sale s’attacca fortissimo alla tavola dove posa. Noi volemmo fare il medesimo col sal nitro, ma non ci riuscì di vedere alcun principio d’attaccamento. Abbiamo bene osservato in quelle attaccate col sal comune, che riesce assai più facile il distaccarle sollevandole perpendicolarmente dal piano orizzontale, o mettendole a leva come si fa d’un’asse inchiodata per isconficcarla, che spignendole parallele al medesimo piano. Del resto l’acqua che per di sotto ne cola è salata.
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Gassendo
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