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      Fu detto nell’esperienze degli artifiziali agghiacciamenti che il primo moto che si vede fare a i liquori contenuti ne’ vasi che s’adoprano ad agghiacciare è un piccolo sollevamento chiamato quivi salto dell’immersione, imperocch’ei succede in quell’istante medesimo che il vaso arriva a toccare il ghiaccio. È ora da sapere che il contrario avviene quando si tuffano nell’acqua calda; poiché i livelli de’ suddetti liquori s’abbassano sensibilmente, e quasi pigliano un tempo per sollevarsi, come chi vuole spiccare un salto, si veggon subito risalire al grado ch’egli occupavano prima d’essere immersi nell’ambiente caldo, e successivamente seguitare a innalzarsi, secondo che il calor conceputo seguita egli a rarificargli, alleviargli e in alto mandargli. Così per l’opposito, sollevati ch’e’ sono in quel primo attuffamento nell’acqua fredda o nel ghiaccio, non solamente ritornano al grado dond’e’ si partirono, ma s’abbassano sotto di quello per molti gradi, finché, o dopo una lunga quiete, o senza punto fermarsi, tutti (dall’olio e dall’acquarzente in fuori) risalgono fino a ch’e’ ricevano il totale agghiacciamento. Questo effetto veduto fece cader nell’animo a qualcuno d’applicargli una tal cagione che poi diverse esperienze parve che mirabilmente favorissero. Il pensiero fu che l’apparenza di que’ subiti movimenti nell’acqua e negli altri fluidi non derivi da alcuna intrinseca alterazione di raro o di denso operata in quel punto nella loro natural temperie dall’oppugnamento delle qualità contrarie dell’ambiente esterno: il che col famoso vocabolo d’Antiparistasi alcuni spiegano; ma bensì (trattandosi in primo luogo dell’abbassamento che segue nell’immergere i vasi nell’acqua calda) vogliono più tosto che ciò avvenga per lo ficcamento de’ volanti corpicelli del fuoco che dall’acqua svapora nell’esterne porosità del vetro; i quali a guisa di tante biette sforzandolo, ne vien necessariamente dilatata l’interna capacità del vaso, anche prima che per l’occulte vie dello stesso vetro si trasmettano nei liquor contenutovi; che il freddo poi ristrignendo gli stessi pori faccia divenir misero il vaso alla mole dell’acqua che v’è dentro, prima che la mole dell’acqua ancor digiuna del nuovo freddo non si diminuisce.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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Antiparistasi