Riprova in vero di qualche apparenza per insinuar maggiormente che l’acqua e così gli altri liquori, in quei primi movimenti non si muovono per loro stessi, ma obbediscono meramente all’alterazioni de’ vasi.
Si potrebbe tuttavia ancor dire che queste prime alterazioni procedano da mutazione intrinseca de’ liquori, la quale benché sia tanta da apparire all’occhio mediante un sottilissimo collo, non per questo è bastante a manifestarsi nel mutato equilibrio delle palle; delle quali si può anche credere che in quell’istante comincino realmente a muoversi, benché in quel primo lentissimo distaccamento dalla quiete l’occhio non lo comprenda.
A ciò si risponde che quella vera rarefazione e quel vero ristrignimento dell’acqua che basta a farla salire o discendere quel brevissimo tratto ch’ella sale o discende all’entrar nel ghiaccio o nell’acqua calda, è d’avanzo per isbilanciare anche apparentemente all’occhio il primo equilibrio tra essa e le palle. E ch’e’ sia ’l vero, quando veramente l’acqua s’alza o s’abbassa per vera rarefazione o per vero ristrignimento, le palle si veggon muovere un pezzo prima ch’ell’arrivi a que’ gradi a’ quali, persistendo le medesime palle immobili, ella si conduce tuttavia nell’istante delle prime immersioni. Non dee già lo scoprimento di questo effetto renderci punto dubbia la fede de’ nostri termometri; poiché tutto questo ristrignimento e tutta questa dilatazione ne’ vasi d’un’oncia e mezzo di tenuta, a far assai, importerà da un grano: or veggasi a proporzione quel che possa importare in una palla capace di pochi grani, quali saranno quelle de’ termometri da 50, che sono i più comodi, i più sinceri, e per conseguenza i più adoprati a conoscer le alterazioni dell’aria.
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