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      In essa dunque adattato il suddetto anello, s’osservò a qual de’ cerchi segnati quivi s’adattasse quello della sua base. Cavatone poi e messo nell’acqua, dopo esservi stato tre giorni interi, ond’ell’avesse auto campo di penetrare per tutta la sustanza del legno, vi si tornò a mettere, e s’osservò manifestamente che la superficie concava era dilatata, calando la base dell’anello per notabile spazio sotto il cerchio di prima.
      Quest’anello si fece in due modi; (80) in uno s’avvertì che le fibre del legno venissero perpendicolari, e nell’altro parallele a’ piani delle basi. Il primo nella dilatazione acquistata per inzuppamento dell’umido conservò perfettissima la figura circolare; l’altro declinò ad elisse, e posto nel mastio calò assai meno del primo.
      Per lavorare gli anelli avvertasi a tor legno duro ed uguale, cioè non nodoso e non composto di parti notabilmente difformi in durezza: e nel primo particolarmente, acciocché rigonfiate le fibre per l’inzuppamento s’arrivino l’una l’altra, e facendosi forza ne segua tanto maggiore e tanto più sensibile l’allargamento. È anche da avvertirsi a quello che si è detto nel principio di questo racconto, che gli anelli siano stati tanto nell’acqua ch’ella sia penetrata per tutta la loro grossezza; perché se vorranno adattarsi nel mastio bagnati leggiermente nell’esterna superficie, l’effetto apparirà diverso, poiché caleranno notabilmente meno che asciutti. Siano dunque pregni e ben satolli d’umore, acciocché la loro dilatazione si paia più manifesta.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165