E questo era in quel tempo che dilatandosi dal calore solamente la superficie convessa della staffa, veniva a ristrignersi la concava; ma quando fu penetrato (che fu in brevissimo tempo) per tutta la grossezza dello stagno, dilatandosi tutto ugualmente, non solo si vedea la punta ritornare in su la lineetta, ma passar oltre di essa più o meno secondo il differente grado del calore comunicato dal fuoco alla piegatura della staffa.
QUINTA ESPERIENZA
PER OSSERVARE PER VIA DEL SUONO UN SIMIL DILATAMENTO IN UNA STAFFA DI VETRO
Accordammo una minugia tirata in una grossa staffa di vetro (83) all’ottava d’una chitarra, ed applicato il calore come a quella di stagno, finch’ei non fu arrivato alla superficie concava, il suono diveniva più grave, secondo che ristrignendosi l’apertura della staffa, per conseguenza s’allentava la corda; ma penetrato ch’ei fu, la corda ne fu tirata talmente che il suono salì sopra la prima accordatura.
SESTA ESPERIENZA
CHE DISCOPRE LO STESSO EFFETTO PIÙ CHIARAMENTE ALL’OCCHIO
S’attaccò alla stessa corda (84) con un filo una pallina di piombo, e postale sotto una spera tanto che di poco non la toccasse, s’applicò nel luogo solito il calore. L’effetto quanto alla staffa fu il medesimo che nell’altre, poiché da principio ristrignendosi, la corda veniva a mollare, onde la pallina toccava la spera, e da ultimo dilatandosi l’apertura della medesima staffa tirava la corda, e la pallina tornava a sollevarsi. Il contrario di questi effetti operava il ghiaccio posto in luogo del carbone, ma assai meno sensibilmente a proporzione della sua minore attività in agguaglio del fuoco.
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