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      SECONDA ESPERIENZA
     
      PER VEDER ANCHE PIÙ MINUTAMENTE SE LA VIRTÙ DELLA CALAMITA FACCIA ALCUNA VARIAZIONE PASSANDO PER DIVERSI FLUIDI
     
      Appendasi ad un sottil filo nell’asse del vaso di cristallo A B (97) un ago tocco alla Calamita, e nel fondo dello stesso vaso si collochi un cilindretto di piombo su la di cui suprema base siano due punte d’ottone o d’altro metallo che non sia ferro né acciaio, una fitta nel centro e l’altra lontana quant’è grossa una piastra dalla prima. Dipoi s’aggiusti l’ago in modo che torni verticale a quella fitta nel centro; e posta la Calamita in distanza tale che non lo muova, se gli vada accostando in maniera che lo guardi sempre dirittamente col polo; della qual cosa per esser meglio certo, si vada strisciando la pietra con una delle sue facce rasente il regoletto C D confitto nel mezzo d’un’assicella posta a livello col piano che passa per le due punte delle quali, ancor quella che non è nel centro, si volga in diritto al polo della Calamita. Accostandosi intanto questa all’ago, vi giugnerà finalmente con la sua virtù, la quale esso sentendo comincerà lentamente a muoversi verso di essa: allora non si ristia l’osservatore, ma la spinga più avanti con tardissimo moto finché, uscito l’ago di piombo, s’incontri con la seconda punta più prossima alla Calamita la qual subito si fermi, e segnisi sul regoletto quella distanza che fu tra la pietra e l’ago allorché la punta di questo fu sopra E. Rimuovasi poscia la Calamita, e circonfusa all’ago acqua naturale, se gli ritorni ad accostar nello stesso modo, tirando avanti tanto ch’ei ritorni sulla punta E, e segnata questa distanza ancora si voti l’acqua, ed in suo luogo mettendosi nel vaso diversi liquidi si piglino le distanze dalle quali, fatta la medesima applicazione di Calamita, n’è tratto l’ago.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





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