Di ciò ne abbiamo fatta esperienza ed abbiamo veduto che appesa l’Ambra ad un filo in modo ch’ella stia pendola in aria o messa in bilico a guisa d’ago magnetico, quand’ell’è strofinata e calda si fa incontro a que’ corpi che in proporzionata distanza se le presentano, e a’ loro moti prontamente obbedisce.
Sentono la forza dell’Ambra i liquori ancora, le piccolissime gocciole de’ quali ella attrae, fino a quelle dell’argentovivo. Vero è che queste, se non son minutissime non ha forza per reggerle, onde appena tirate se le lascia cadere.[12] Quando poi ella si presenta alla superficie de’ liquori stagnanti ed a quella eziandio dell’argento vivo, ella non ne spicca pure una stilla, ma fa rigonfiare sotto di sé le dette superficie le quali si sollevano verso lei a mo’ d’una gocciola che stia per cadere, ma situata a rovescio, imperocché tirano ad unirsi con essa con la parte loro più aguzza. Quest’effetto s’osserva meglio nell’olio e nel balsamo che in alcun altro liquore.
Sono alcuni liquori che a bagnarne l’Ambra dopo strofinata non tira, e ne sono altri da’ quali non s’opera l’istess’effetto. Quei che lo fanno sono universalmente tutte le acque naturali e stillate, tutti i vini, gli aceti e l’acquarzente, tutti i liquori acidi e i sughi di tutti gli agrumi, tutti i liquori che si distillano dentro a’ corpi degli animali, il balsamo e tutti i liquori artifiziati, come i giulebbi, l’essenze, gli spiriti e gli oli che s’estraggono per distillamento. Non lo fanno per lo contrario l’olio di sasso, l’olio comune, l’olio di mandorle dolci, quello di mandorle amare cavati per istrettoio, il sego, il lardo e finalmente la manteca o pura o alterata con odor di fiori, o incorporata con dell’ambra o del mustio, purché non vi sieno mescolate dell’essenze o degli oli.
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