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      Allora lo spirito averà tratto il color dalle rose, e queste saranno perfettamente macerate.
      S’aggiunga in tre o in quattro volte una mezza libbra d’acqua di fontana, seguitandosi sempre a diguazzare la boccia, finché rischiarandosi il cupo color dello spirito se ne tinga l’acqua. Ciò fatto si lasci posare per lo spazio d’un’ora, che si averà una tintura di rose vivamente accesa ed oltre modo bella. Ora in una mezz’oncia di questa, dieci o dodici gocciole d’olio di tartaro e poi altrettanto di spirito di zolfo, servono a produrre li narrati effetti.
     
      QUARTA ESPERIENZA
     
     
      L’acqua carica di zafferano allungata con un po’ d’estratto di color di rose, ma che non perda il color doré, con olio di tartaro si fa verde e ritorna doré con lo spirito di zolfo.
     
      QUNTA ESPERIENZA
     
      L’acqua imbeuta di verde giglio con spirito di zolfo fa vinato, e con olio di tartaro rià il suo colore.
      Il verde giglio è tintura cavata dalle foglie de’ gigli paonazzi i quali preparati con mestura di calcina buttano un verde assai bello e vivace molto cercato da chi minia; si mette ad asciugare nelle conchiglie come l’oro e l’argento macinato.
      Veggasi più ampiamente il modo di far simiglianti estratti nell’Arte Vetraria di Antonio Neri stampata in Firenze MDCXII. Lib. VII. Cap. 108, 109 e 110; e quivi parimente come si cavi la lacca da diversi fiori.
     
      SESTA ESPERIENZA
     
      L’agro di limone, lo spirito di vetriolo e lo spirito di zolfo mutano il paonazzo della lacca muffa e quello della tintura delle viole mammole in vermiglio, il qual poscia l’olio di tartaro rende paonazzo.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





Arte Vetraria Antonio Neri Firenze MDCXII