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      In questo stato rimesso in acqua tutto il composto e pesatolo, si trovò g. 12518, che sottratti da 31209 (peso in aria della palla schiacciata) danno di residuo g. 18691 peso d’una mole d’acqua uguale alla mole del medesimo composto dopo l’ammaccamento. Questo peso dunque di g. 18691 sottratto dall’altro peso di g. 26944 lascia il residuo g. 8253, che vien a esser il peso d’una mole d’acqua uguale ad altrettanta mole d’aria che pesò g. 7. Quindi si concluse che il peso di quella sorta d’aria pesata da noi, al peso d’altrettant’acqua avesse la proporzione di 7 a 8253, cioè di 1 a 1179.
      Replicatasi da noi quest’esperienza in diversi tempi, la proporzione non è tornata mai la medesima; vero è che gli svari non sono stati grandissimi, battendo in uno o in due o in tre centinaia di grani più o meno: che è quanto si può pretendere nel far paragone tra una cosa che, per così dire, non si muta mai di peso, ed un’altra che non è mai la medesima.
     
      ESPERIENZE
     
      INTORNO AD ALCUNI EFFETTI DEL CALDO E DEL FREDDO
     
      PRIMA ESPERIENZA
     
      Poste in su le bilance dette il saggiatore due verghette d’acciaio di peso uguali, una infuocata e una fredda, par che questa rimanga più grave dell’altra: ma accostandole poi in breve distanza un carbone acceso o un ferro rovente, ritorna subito ad equilibrarsi con la calda. Lo stesso avverrà se le verghette saranno d’oro, d’argento o di qualsivogl’altro metallo; anzi il rappresentamento d’un carbone acceso fatto per di sopra ad una delle scodelle vote la solleva, e fatto per di sotto l’abbassa.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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