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      Non per questo vi fu tra noi chi corresse a credere che il semplice riscaldamento, come tale, potesse alterare in alcun modo la gravità ordinaria del metallo, anzi considerarono alcuni che la pression dell’aria al pari d’ogn’altra cagione potess’aver la sua parte in quest’apparenza.
     
      SECONDA ESPERIENZA
     
      Avendo noi pieno d’acquarzente la metà del vaso A B alto di collo da un braccio e mezzo con le due palle serrate d’ugual tenuta, e messa la palla A in un bicchier d’olio posto al fuoco, cominciò l’acquarzente a dar segno della solita rarefazione col sollevarsi: ma bollendo poi l’olio assai forte, a poco a poco l’acqua trapassò tutta nella palla di sopra, lasciando affatto vota quella di sotto con la metà inferiore del cannello. È però necessario, a voler che quest’effetto segua, oltre al fuoco gagliardo il soffiar continuamente ne’ carboni che stanno intorno al bicchiere; e ciò s’avverta a farlo per un foro d’un’asse che serva di parapetto a chi soffia, dietro alla quale stiasi parimente l’osservatore guardando per un cristallo. Imperciocché ridotta che è l’acquarzente nella palla di sopra la fa scoppiare; e talora non solamente quella di sopra ma quella di sotto ancora è crepata con sì grand’impeto per all’ingiù, che una volta infra l’altre essendosi adoprato in cambio del bicchier di vetro un vaso di rame, gli roppe il fondo, e sfondato parimente un bracier di ferro che pur era di grossa piastra, scheggiò una pietra del pavimento. L’olio ed il vetro furono poi scelti perché la loro trasparenza manifestasse meglio il progresso di questo ammirabile avvenimento, benché la cera, la pece ed il lardo e forse ogni materia untuosa operi l’istess’effetto.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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