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      Per lo contrario è notissima esperienza che il sal nitro risoluto in acqua la raffredda, e il sal armoniaco l’agghiaccia a segno che se nell’acqua, dov’egli è stemperato in giusta dose, si metterà in un vaso di sottilissimo vetro dell’altr’acqua raffreddata prima notabilmente col ghiaccio, il freddo che produce il suddetto sale nel liquefarsi è bastante a farla gelare. Ora messi insieme un terzo di sal armoniaco e due terzi del suddetto olio di vetriolo, ne segue un effetto stranissimo; imperciocché via via che il sale in esso si va solvendo, fuma ed alza furiosamente il bollore, e tanto più se s’andranno rimaneggiando con un fuscello, poiché allora si leva più facilmente tutta quella mestura in ischiuma a segno che talora ha occupato spazio venticinque volte maggiore che non occupavano insieme le due moli distinte dell’olio e del sale. Ma con tutta questa furia di fumare e bollire, non solo non si riconosce nella mestura suddetta alcun principio di riscaldamento, ma nasce in lei un freddo maraviglioso per cui si ghiaccia il vetro del bicchiere che la contiene, e l’acquarzente d’un termometro che vi sia immerso velocemente discende, finché dissipato e sfumato il sale cessa il bollore, e l’olio ritorna al suo stato naturale.
      Tal producimento di freddo è dai noi stato riconosciuto ogni volta che abbiamo replicata questa esperienza; vero è che questo, come anche il bollore ed il fumo, è più o meno secondo ch’è più potente il sale o più raffinato il liquore. Abbiamo ancora osservato che poche gocciole d’acquarzente o di spirito di vetriolo messo nell’olio in su la furia maggiore del bollimento, la fermano e fanno sì che la mestura subitamente riscaldi.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165