Povera poesia! Poi ricordava particolari curiosi intorno ai soldati di Schérer accampati a Poggio rotondo e alla Torretta, o qualche storiella sulle schiere di Dewins attendate a’ piè del San Pietro, alla Certosa, citando a sproposito i nomi di Argenteau e di Melas, generali di divisione, e di Beaulieu, comandante supremo. Più d'una volta, io gli feci narrare le giornate del 23 e 24 dicembre, quando Massena con trentamila uomini sconfisse cinquantamila Austro-Sardi.
Di questa battaglia, che fu detta di Loano, egli aveva sempre pronto qualche aneddoto nuovo e curioso; e in quei momenti, talora, come colpito da un'idea improvvisa, diveniva pensieroso e distratto in fine, rimettendosi, osservava:
- In fondo tutta quella gente mi era in uggia.
- Perchè?
- Uhm!
- Spiègati.
- Che volete? Di qua: Oui, .... Nous voulons.... Tonnerre!
- I Francesi.
- Di là: Ja.... Nein.... Zum Teufel!
- Gli Austriaci!
- I Tedeschi! I Tedeschi! - si diceva.
- Capisco, gente di fuori, entrata di forza in casa nostra....
E aggiungeva serio:
- E oltre che dar caccia alle donne, mettevano a ruba i campi e ne facevano d'ogni colore: il tutto per nostro bene e per salvare la libertà!....
Ammusonito, figgeva gli occhi a terra e non parlava più; e io mi sentiva dentro un grande avvilimento, e la bile prorompente: primi scatti dell'odio all'oppressione straniera, seguiti dai primi palpiti per la libertà.
Un altro giorno narrando dell'antico cenobio di S. Pietro sul Taratella, parlava della vita ascetica e stentata dei monaci, ne lodava la coltura e i lavori nel nostro territorio; rivelava eventi poco noti; e aveva parole amare contro l'abolizione delle corporazioni religiose.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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