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      «Angioletto, Anima innocente, ave!
      «Tre volte ave!.
      Il culto dell'amore materno strinse vieppiù i legami d'amicizia col Griso.
      Mia madre era morta, ch'io non toccava i quindici anni; ... era morta! Ma non è bene turbare il cuore anche dopo tanto tempo, perchè ci son piaghe che non guariscono mai.... Tuttavia, non ho mai dimenticato con quanta ammirazione ed affetto il vecchio mi avea sempre parlato di mia madre; l'avea veduta fanciulla, ne avea conosciuto e ne esaltava le sue virtù di santa, ed era stato lui, lui solo che, compostone il feretro nella fossa, lo ricopriva di terra smossa e leggiera, spargendovi sopra alcune manate di fiori e dandole poi l'addio con un Deprofundis. Come, quindi, non amare quest'uomo che, al solo nominare mia madre, si mostrava sempre tenero e rispettoso della memoria di lei?
      Se non che, da quel tempo, erano passati anni parecchi e la necessità di farmi uomo e guadagnarmi la vita mi aveva tenuto costantemente lontano dai cari luoghi della prima età. Ma le memorie del cuore non si assopiscono per mutar di tempo e di eventi: chi può scordare il luogo che ci ha veduto nascere, i primi affetti, le prime gioie e pensino le prime preghiere in chiesa presso alle gonnelle materne? Ecco perchè, pensando a queste cose, m'era venuta alla mente la più strana e ridicola idea per dar prova al vecchio della mia gratitudine e affetto.
      Da qualche tempo cominciavo a sentire la fregola di scrivacchiare pel pubblico, e l'idea di mandar fuori un libercolo qualsisia era diventata per me una tentazione diabolica.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Anima Griso Deprofundis