Ho fatto una supposizione, e le supposizioni son lecite.
- Son cose da dire?
- Cose possibili, e perciò mi raccomando.
- Eh! rassicuratevi, e il ciel vi guardi lungamente.
- Grazie; e che a te conceda gli anni di Matusalem, magari senza la noia della mia dedicatoria!
I rintocchi della campana maggiore si ripercuotevano solennemente nella valle.
Trasalii.
- È morta Caterina! - sclamò il vecchio levandosi dal muricciuolo e recandosi la zappa sulle spalle -; l'aveva preveduto. Lascia tre figlie al povero Ménico; che disgrazia! Dio l'abbia in pace!
- Così sia!
La campana suonava a distesa.
- Dove vai, ora?
- A preparare la fossa a quella sventurata. Ne ho visti trapassar tanti, e presto verrà la mia volta: allora, tutto sarà finito e si godrà un po’ di pace.
- Soltanto nella fossa, dunque?...
- Soltanto; ma voi procurate di star allegro e soprattutto di cacciar simili paturnie: la gioia e il riso fanno buon sangue. Addio.
- Addio.
Ei prese la scesa, io la salita; e pensavo: «E se la vita è un'espiazione, perchè la morte non sarà il riposo?»
Il sole accarezzava in un amplesso d'amore i monti e il piano; una lieve auretta m'agitava i capelli, e il cielo sorridea nella sua diafanità splendida e arcana. Le acque del torrente scorrevano saltellanti mandando lampi d'oro, un anelito di vita s'elevava dalla campagna, esuberante di vegetazione rigogliosa. A quella scena d'incanto, ch'era un inno d'amore, sospirai: «Tu sola, o Natura, sei sempre giovane e bella! Ave a te, alma Madre, nostra Dea immortale!
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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