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      Pur troppo - l'esclamazione è sua - questa gli venne a mancare per quel benedetto pungolo dell'amore che, al dire d'un predicatore zoccolante, è sempre stato e sempre sarà la rovina dei poveri mortali. E non solo la sentii dalla sua bocca, ma l'ebbi più tardi in scritto, bella e finita in tutta la prima parte, ch'è appunto la storia di Rosalba e Gemisto.
      Salvo dunque alcune cuciture e ritocchi, richiesti da circostanze di tempo e di luogo, quelle pagine son dovute al buon vecchio, che si trovò con gli amici alla famosa partita di caccia alla lepre; io ci aggiunsi l'epilogo e ciò che poteva pur riguardare le storie diffuse intorno al Buranco. Andai anzi oltre, lasciandomi cioè prendere dalle attrattive dell'argomento strano: folletti, streghe, apparizioni, ecc. Che se in proposito qualche Aristarco credesse a un'opportuna censura, mi giovi sperare nell'indulgenza degli amatori del genere, non tanto per ciò che spetta alla raccolta delle leggende o fiabe sulla gran voragine, quanto per rispetto alle storielle o favole sparse in Liguria, le quali potrebbero invogliare a ricerche più proficue la gioventù studiosa delle nostre tradizioni popolari.
      In oltre, mercè l'esposizione delle altre storie e fole, comuni più o meno così a’ nostri volghi, come a quelli d'altri paesi e regioni, ho anche inteso mostrare come, d'ordinario, quei pregiudizî traggano origine, da un lato, dalla crassa ignoranza dei molti: dall'altro, dalla furberia o egoismo dei pochi. Sempre così: la superstizione è figlia di cecità di mente e debolezza d'animo.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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