E tu zitto, Loff! Sempre lo stesso; hai buon fiuto, nevvero?
Il cane saltandogli intorno, gli dava zampate per fargli carezze, che Pelacane gli ricambiava con belle parole:
- Povero Loff! Non ci siam visti da un pezzo, eh? Ma hai buona memoria, e basta. Su, all'ovile a salutar Ginepro; il tempo ne spinge e annoia: va,... va!...
Tutto questo in un momento.
Diede uno scossone alla persona, svoltò un vecchio muro grigio; e noi dietro, difilati. Alla fine s'era nel pecorile al sicuro di quel tempo indiavolato.
CAPITOLO IV.
Papà Ginepro - Una buona refezione - La prima esplorazionedel Buranco secondo le tradizioni - La via dell'inferno.
SIAM noi, papà Ginepro - disse Pelacane avanzando come in casa propria. - Vedete un po’ che bella compagnia vi meno! Questo tempo da lupi ci ha sorpresi sul Buranco, dove non era certo da rifare la via; ho creduto non ci avreste rifiutato ricovero, sinchè almeno non sia passata la burrasca. Non è egli vero, Ginepro? Mi spiace darvi questo disturbo, ma abbiate pazienza, non è colpa nostra. Brrr, che freddo! - In così dire pose la bisaccia sul ceppo vicino.
- Hai fatto bene, Antonio, a ricordarti di me; e grazie a questi signori, che si sono degnati. Si facciano avanti, prendan posto; padroni, padroni! Scuseranno; si sa, un covo di pecore o di capre, che non è altro: ma faremo del fuoco. La legna non manca. E tu, Loff, festa a’ compagni, che eccoli accovacciati. Lor signori s'accomodino alla meglio; c'è bisogno di pregare? Una buona fiammata è quel che ci vuole; vedranno.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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