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      ... Caterina?...»
      E mi nascosi gli occhi con le mani, osservando di fra le dita.
      Presa di compassione pel mio stato, fece un passo avanti e, come volesse confidarmi un segreto, piegandosi proferì con voce di canna fessa:
      - Da oggi a otto, guárdati dal Buranco!
      - Che cosa? - risposi allungando le braccia per afferrarla.
      In un baleno ella s'era allontanata da me, circa una diecina di passi; ma per tutta la piaggia si udiva:
      «Buranco! Buranco!»
      E l'eco giù per la valle ripeteva:
      «Buranco! Buranco!»
      - Ferma! ferma! - io gridava.
      «Buranco! Buranco!»
      Furibondo presi la corsa,... ma non vidi più nulla.
      - Caterina?... Ca-te-ri-na?...
      Gridavo al deserto.
     
      La luna era scomparsa, e ovunque buio pesto; una brezza vivace mi percuoteva il viso; tornai sull'uscio, smemorato, incapace di raccapezzarmi. «Rientriamo nella stalla,» dissi. Ma, ecco si fa sentire un calpestio lento, misurato, simile al passo dei muli, che salgono e scendono per la via della valle. Tendo l'orecchio, acuisco più che posso la pupilla, ma non sento, nè vedo nulla. Rimasi ad attendere, immobile, irrigidito, sempre rivolto verso il San Pietro. «Non mi sono ingannato, pensavo, qui c'è qualcuno.» Non appena finito il soliloquio, il calpestio si fa risentire, e così vivo e vicino, che mi trassi indietro per timore di essere urtato da qualcuno.
      Adesso distinguevo chiaramente i passi d'un animale.
      - Chi va là? - gridai risoluto.
      Nessuna risposta. Soltanto a poca distanza ecco vagolare un lumicino fioco, il lumicino d'una lanterna; in un tratto, me lo veggo quasi sbattere sul viso, come se, chi lo portava, avesse voluto riconoscermi.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Buranco San Pietro