Il vecchio, dando occhiate a destra e a manca, aveva l'aria di domandare:«Non siete ancora persuasi?» Ma, vedendo continuare il silenzio, disse affabilmente:
- Signori, m'incresce di averli disturbati con le mie chiacchiere.
- Le vostre chiacchiere! - esclamò scattando Pelacane - Le chiamate chiacchiere?... Vorrei un po’ vedere chi ha la faccia di smentirvi. È una storia tanto vera, quanto terribile, della quale ho sentito parlar mille volte; e non avete ancor detto tutto: lo so, c'è dell'altro; narrate, narrate, Ginepro. Non vi basta l'animo? Bisogna essere increduli per negare sfacciatamente questi fatti. Via, continuate, ve ne preghiamo di cuore.
Come contraddire al desiderio impetuoso del fanatico ammiratore? Come recar una dolorosa ferita all'amor proprio del vecchio? Lasciando che pigliasse sul serio l'entusiasmo di Pelacane, io ripetei:
- Avanti, Ginepro, avanti!
- Non vorrei abusare....
- Che! Che! Non c'è egli dell'altro?
- Ce n'è di certo.
- Vi ascoltiamo a bocca aperta.
Il giorno appresso e i seguenti - proseguì con calma, - non mi sapevo raccapezzare; mi parea d'essere un altr'uomo, e quell'avvenimento un sogno. Nondimeno, un fastidio insolito mi opprimeva l'animo e neri presentimenti mi turbavan la mente. Tacqui a Sansone delle apparizioni e mi contentai di raccomandargli non si accostasse di troppo al Buranco; tenesse per quella settimana il gregge nella landa Paglierina, spingendolo piuttosto verso l'altura.
- Non abbiate timore, papà, ho sempre avuto giudizio, io.
- La prudenza, figliuolo, non è mai troppa.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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