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      La poveretta non si aspettava certo quell'incontro!
     
      Se aveste veduto, se aveste sentito quel bestione di Pelacane! Buon Dio, che faccia! che esclamazioni e che gesti! «La brutta storia! E io che non ne sapevo niente! Niente? Avevo sentito, sì, alcune voci: ma chi le credeva? Non era dunque una fola, nevvero, Ginepro? Dite, dite il resto, povera giovane! precipitar in quell'abisso, nella via dell'inferno! Com'è finita? Narrate.... È proprio andata così?... Cader nel Buranco! Non ci si può pensare...»
      Si udì un nuovo rumore dal fienile, come di persona che si muova; e noi a volgere ancora gli occhi in su, un'altra volta.
      Il vecchio, corrucciato, die’ un'occhiata severa a Pelacane, forse a rimproverargli i suoi dubbi, mentre noi si stava ammutoliti e perplessi: ed ecco l'incorreggibile guida proferire accennando in alto:
      - Un sospiro! avete sentito?
      Il dottore, seccato, volendo levar l'imbarazzo, apostrofò il pastore:
      - Che avete, Ginepro? Che c'è egli dunque? Che avvenne di Rosalba?
      - Tieni un po’ a freno la lingua, sciocco che sei - disse il vecchio al nostr'uomo; - e, volgendosi rabbonito, al dottore:
      - Eccomi a servirla.
      Ritto sulle zampe davanti, là sull'orlo dell'abisso, Loff parea di sasso, se non fosse stato il dimenar della coda; gli occhi nel profondo, le orecchie tese, spiava qualche suono o rumore. Sansone faceva pietà e paura.
      A un tratto si scuote e va sul margine.
      - Che fai? - gli dico afferrandolo pel braccio.
      - Lasciatemi.
      - Che se’ pazzo?
      - Non temete, ho la testa a segno.
      Il cane fece sentire un lungo gagnolìo e, irrequieto, prese ad andare su e giù per la ripa.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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