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      Si chiama Tofet, parola odiata da Satanasso, ch'è come a dire Timpano, Seduzione e luogo maledetto, dove vengono precipitate le anime sedotte, ingannate e pervertite dal mondo, dal demonio e dalla carne, soprattutto, capite, dalla carne!»
      - Sbagliasti strada, Pelacane; saresti stato un predicatore miracoloso!
      - Come padre Zappata; ma or viene il bello.
      «Guardatevi, seguitava, come potreste voi sopportare di tenere un dito solo nel fuoco per tanto spazio di tempo che si dicesse un'Avemmaria, senza dolore immenso? E nondimeno questo fuoco, rispetto a quello dell'inferno, è come dipinto. Mettete un po’ un dito sul fuoco dipinto: non vi fa nessun male; mettetelo sul fuoco vero: non lo potete patire. Così sarà dunque là. Il fuoco dell'inferno è tale e tanto, e tale e tanto il tormento che dà quel fuoco alle anime, che, chi cavasse un'anima dal fuoco dell'inferno e la mettesse dentro una grandissima fornace del nostro fuoco, gli parrebbe di sentir refrigerio rispetto a quegl'insopportabili ardori, ch'ell'era solita patire in quello dell'inferno.»(4)
      Il vecchio aveva alzata la faccia quasi per dire: «Ecco il premio che vi aspetta;» ma nessuno fiatò: e il dottore freddamente:
      - Dell'inferno non si discute, siam tutti d'accordo: ma spiegami un po’ come Rosalba sia venuta fuori coi capelli di neve, e il povero toiranese tutto abbruciacchiato e arrostito?
      Pelacane restò interdetto; ma Ginepro, come morsicato da una vipera e tutto turbato, rispose per lui, fissando due occhi di basilisco in faccia al dottore


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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