Non vorrei che invece delle nozze, s'avesse a fare il funerale. Che ne dite voi?
Restai di sasso; ma riavutomi:
- Vado in cerca del rimedio - risposi. - Lasciate fare a me.
E, senz'altro, la piantai correndo dal sindaco.
Questi, non appena aperta bocca, mi disse:
- Ginepro, non temere; potete star tutti tranquilli. Venni informato a tempo di Gemisto, e ho provveduto come si doveva. Ti pare! Un sindaco come me, sa quel che gli tocca. Ci sono i carabinieri, e basta. L'ho anche fatto chiamare, quel ragazzaccio, e glie le cantai in regola. Quando sentì dei carabinieri, si fece piccin piccino e, messa la coda fra le gambe, se l'è di nuovo svignata. Meglio per lui! E ora tu va’ a casa, rassicura i tuoi, e che gli sposi, lieti e contenti, vadino alla chiesa.
Corsi difilato e trovai la famiglia irrequieta e sossopra. Stravolto e taciturno, mio figlio, stava almanaccando in disparte.
Quando ebbi fatta l'ambasciata del sindaco e furon rassicurati, Maddalena così si volse a Sansone:
- O dunque non hai sentito? Su, è ora d'andare.
Ma egli là come un palo.
- Come! non rispondete a mia madre? - disse Testabianca - O che andate molinando? Sareste forse pentito della vostra parola? Non volete più sapere di me? Che novità è questa? parlate....
- Pentito della mia parola? - rispose fremendo d'ira: - Svogliato di sposarvi? Che cosa ho io dunque? E lo volete sapere?...
- Parlate, parlate....
- Parlerò, se già non l'avete indovinato. Gemisto si trova in paese, e ci siamo incontrati, capite? E impossibile che duri; o lui od io, bisogna finirla.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Gemisto Maddalena Sansone Testabianca
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