- Lasciamolo in pace! - osservò il dottore. - Non ha il cervello a posto.
- Si direbbe ch'egli scongiuri gli spiriti malefici del deserto!
- O il diavolo, perchè si allontani dal salire quassù.
Nessuno ci aggiunse; quella vista aveva fatto cattivo senso.
CAPITOLO XI.
Excelsius - Discorsi e congetture - Bel tempo.
La lancetta dell'orologio segnava il tocco.
Oh, quel giorno i capricci del tempo! Il sole aveva fatto cento volte a rimpiattino e la nebbia che prima avvolgeva il monte come un velo, ora spulezzava rapida e sottile; nondimeno, l'erta si distingueva poco, e sempre disagevole era il salire in quel terreno lubrico e mal fido, ingombro di sassi, d'erbe selvatiche e di cespugli.
Pelacane, il più esperto e conoscitore de’ luoghi, precedeva con la naturale baldanza, non mai stanco di dir barzellette o sputar sentenze, o uscendo in qualche avvertenza e consiglio, come consapevole della propria autorità in quel frangente, e perciò in dovere di rendere un servizio e magari d'impartire un'ammonizione.
- Vengan sulle mie orme, e non temano; occhio a’ piedi e da questa parte: così non si può sbagliare.
Senza l'uggia che ne rodeva l'animo, ci sarebbe stato da ridere.
Sbandati, i cani mandavano talvolta qualche latrato, quasi a lamentare l'insuccesso della giornata.
A un tratto la guida si ferma e dice con gran serietà:
- Giurerei, o signori, che Ginepro ha ragione; oh, quel vecchio! Che ombra d'Egitto! È lui, proprio lui, Gemisto in persona che s'aggira per questi luoghi a tendere agguati. Che non s'abbia presto a toccar con mano la verità! Laggiù, al bosco, pareva un fuggiasco. ma su quest'erta.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Ginepro Egitto Gemisto
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