Il morente avea lo sguardo incerto e biascicava:
- Vi avevo conosciuta da bambina, e sin d'allora... Non vi volevo far male.... Perduto il lume della ragione,.... sono stato cattivo,.... cattivo!.... Ma.... ho scontato il mio fallo.... Oh, se sapeste.... i rimorsi.... e il pianto.... di avervi dato quella spinta! Mi fossi almeno buttato io nel Buranco....
- Ancora un gocciolino di acquavite - fece Pelacane.
L'infelice balbettò ancora:
- Perdono, Sansone....
- Sì, Gemisto! ti perdono - rispose questi piangendo.
Il moribondo sorrise. A un tratto fece uno sforzo per sollevarsi. I suoi occhi erano spalancati e le labbra proferivano voci indistinte. Stese la mano per stringere quella di Rosalba, che gli stava inginocchiata a destra. Essa gliela prese amorosamente nelle sue, come gliela volesse scaldare, e con occhi gonfi di lagrime disse:
- Pregheremo sempre il Signore per voi, Gemisto; Egli è buono per tutti!
Trasalì di gioia; i suoi occhi si fissarono in lei con tensione magnetica, inchinando lentamente il capo.
Ci volgemmo al dottore.
- È spirato! - sclamò questi a voce alta.
Il sole scendeva maestosamente all'occaso, le acque del Mediterraneo mandavano riflessi di fuoco, i fianchi dei monti parevano ammantati di porpora, e le note immortali dell'inno della natura cantavano la nenia al cadavere del pastore infelice.
EPILOGO
Su pe’1 San Pietro e'1 Monte Calvo.
CAPITOLO I.
Primavera od autunno? - Labilità della vitaPovera Anna! - Inno ai tramonti.
Di’ un po’, lettor mio: ti piac'egli più la primavera o l'autunno?
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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