Chi ne sa dire ove dormono il sonno eterno le travagliate lor ossa? Chi come vivessero in questa solitudine aspra e selvaggia? Ah, nemmeno quassù, dov'essi credettero aver trovato un'oasi di pace e d'amore, nemmeno quassù riuscirono a godere questo paradiso dell'anima! Il turbine delle passioni piombò sulle celle romite e vi sparse il seme pestifero. La carne si ribellava allo spirito e il demonio sotto forma di Eva metteva in iscompiglio i padri del cenobio, nella stessa guisa che, un giorno, gli angeli del cielo, viste le figlie degli uomini, se ne accesero, abbandonando così le sedi beate per i beni caduchi della terra(9). Lo scandalo venne dall'abbate - un Del Carretto, dei marchesi del Finale -, a cui piacquero le belle penitenti, severissimo coi monaci, «assai condiscendente verso la propria persona:» onde insofferenti quelli d'ogni autorità e comando, poco curanti delle cose celesti e del proprio dovere, fatta segreta congiura, gli tesero agguato e tumultuosamente l'uccisero a colpi di pugnale(10). Subito è ordinato dal vescovo Lanfranco l'arresto dei religiosi perversi, viene il processo, i beni dell'abbazia si confiscano a nome della S. Sede; ma se il monaco Rainaldo riesce alquanto a riparare i danni del monastero, l'abate pagano di Noceto, prepotente e malvagio, ne manda a rovina le cose tanto nello spirituale, quanto nel temporale. Il 4 maggio 1282 lo colpisce la scomunica del vescovo diocesano; però, gli errori e gli scandali non cessano, e nel 1308 il monastero è soppresso.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Eva Del Carretto Finale Lanfranco S. Sede Rainaldo Noceto
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