E io tratto tratto faceva una fermatina, dando un'occhiata al mare e una al Giovo, o posava lo sguardo sulla chiesuola di S. Pietro, solitaria vedetta sullo spiazzo del monte, muto secolare ricordo fra lo squallore della sua solitudine.
Il sole scendeva maestoso; io saliva.
Alla fine eccomi quassù a mille cento metri circa di altitudine sul livello del mare. Spettacolo così grandioso e solenne non si descrive. Oh, come qui uno si sente piccino! Montagne, cielo e mare, e la naturale e spontanea aspirazione dell'immensità l'aria che freme e susurra, sembra ripetere voci flebili e arcane....
Ha’ tu mai visitato, o lettore, le marine e i paesi della mia Liguria? Non percorresti tu, una volta almeno, la tanto decantata strada della Cornice, un tempo più che adesso delizia degli stranieri, in ispecie inglesi, i quali venivano di Francia a respirare le aure ristoratrici d'Italia e ad ammirare le bellezze naturali e artistiche delle sue cento città?
Tu forse conoscevi la Cornice per qualche breve occhiata dallo sportello di un carrozzone di treno, allor che gli oggetti passan dinanzi come fantasmi fuggenti, e l'anima, vinta dalla noia, erra per contrade lontane, sì che alla mente non resta che un ricordo d'immagini incerte e confuse, simile a quello che segue la vista fugace d'un gran quadro popolato di figure....
Non importa; osserva anche tu....
Alla nostra diritta, e sin dove si perde l'occhio più acuto, si snodano giù giù dalla grande ossatura alpina svariate e immani catene di monti e di colli, gli uni più o meno aspri e dolci, più o meno erti e selvaggi, tutti mollemente digradanti e frettolosi di specchiarsi nel mare, sulle rive del quale i seni succedono a’ seni, a’ golfi i golfi, le rade alle rade.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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