»
- In quella bassura - rispose una vocina poco discosto.
Mi volsi. Era d'una pastorella fresca e vistosa. Ne rimasi, e:
- Che ne sai? - chiesi.
- Oh, l'ho visto tante volte, io, il Buranco!
- L' hai visto?
- Sicuro.
- Un abisso senza fondo, eh?
- Ih, che paura!
- E proprio osservato?...
- Il Buranco! Il Buranco! - sclamò, allontanandosi crucciata.
CAPITOLO IV.
Presso una croce - La rosa della montagna -
Ginepro, Rosalba e Gemisto - Il suono del corno -
Dolce dormire.
A poca distanza, sotto il dirupo, si levava un'umile croce di legno.
La montanina - una giovane sopra i venti anni - andò a inginocchiarsi a’ piè, di quell'emblema redentore. Era una grazia ingenua, mista a natural verecondia, a cui la rozza semplicità delle vesti rendeva più geniale e attraente la beltà delle forme; vago e rigoglioso fiore della fauna alpina.
Io mi sentiva mortificato di non averle detto un grazie, di non averle fatto un complimento, e non mi sapevo spiegar quella confusione, altrimenti che per le continue distrazioni dello spirito e la sua comparsa improvvisa. Ma nel fissarla in quella compostezza di preghiera, mi parve rinvenire nelle sue fattezze un barlume di reminiscenza, un indizio, direi, di persona nota, o già vista altra volta, della quale però non riuscivo a rintracciare le circostanze dell'incontro, come di solito avviene a chi per le lunghe e ripetute assenze dal borgo natio ha smarrito l'aspetto delle persone e il filo degli eventi. Nondimeno in quell'istante ritenni la sua presenza per lieto presagio, pensando di poter forse conoscere da lei alcuni fatti, che sarebbero stati il compimento o l'epilogo della storia di Scarparone.
| |
La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
|
|
Buranco Buranco Buranco Rosalba Gemisto Scarparone
|