Pagina (100/256)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ...
     
      .....................................................................................................................................................................................................................................................................
      Avevamo preso la costa silenziosi, allor che s'udì il suono d'un corno.
      - Mio marito! - sclamò turbata -; e si diede a correre.
      - Addio!
      Camminava attraversando cespugli, saltando con l'agilità d'un camoscio.
      Anch'io scesi da quella parte per salutare il suo uomo; il quale sbucando a un tratto da un folto nocciuolo, veniva sorridente al mio incontro, quasi m'avesse aspettato. Rosa gli aveva già detto di me.
      - Chi vedo! Come mai lei qui alla ventura?
      In poche parole, ripetei il mio caso; ma, dopo avermi ascoltato, disse con amorevolezza:
      - Ho piacere d'averlo veduto; però, se permette, vorrei darle un consiglio....
      - Di’ pure, Giacinto.
      - La sera scende, e la via è aspra e lunga.... Se non vuol essere sorpreso dalla notte....
      - È quel che pensavo anch'io.
      - Per noi è altra cosa; le capre pascolano al basso, e presto si riparerà nella gran tana, sotto il fianco del monte....
      Rosa anch'essa, arrivata, ripeteva:
      - È vero! È vero!
      - Grazie, Giacinto; vado. - E, accennando alla compagna, aggiunsi in tono confidenziale: «Sei stato alla guerra, e ti guadagnasti la medaglia al valore;» di ritorno, hai trovato la pace e la felicità. Me ne rallegro con tutto l'animo: nessuno più di te era degno di cogliere la «rosa della montagna.»
      E, strettagli la mano, presi risoluto la scesa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Giacinto Giacinto