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      La luna illuminava la valle di luce fioca; alcune stelle, quasi smarrite, luccicavano nell'azzurro del cielo, e io scendeva a gran passi gił pel sentiero sassoso, scendevo, piena la mente di pensieri, gli uni pił strani degli altri, tutt'immerso nelle vicende di monaci e di pastori, e nei casi bizzarri della leggenda del Buranco. Lungo la via dei Roccai, in mezzo agli uliveti, i fantasmi s'inseguivano a frotte, assumendo forme novelle, le une pił bizzarre delle altre, di vivi e di morti; e io gił, a precipizio, a rischio di fiaccarmi il collo: qualche volta mi fermavo un istante per mandare un grido, per trarre un urlo o fare un'interrogazione impertinente in quella solitudine, sfida o scherno alle misteriose malie della notte....
      La mia voce si perdeva nella profonditą della valle.
      Gił, gił, gił.... Finalmente eccomi a Dari e, poco dopo, a mezzo il borgo, innanzi la chiesa di nostra Signora delle Grazie o Madonna del Rosario.
      Non un'anima viva; ovunque silenzio e quiete di sepolcro.
      A casa scambiai poche parole con la vecchia serva per dissiparne le inquietudini; poi, presa la lucerna, andai difilato in camera: avevo tanto bisogno di riposo! Quella notte dormii sodo e tutto un sonno, un sonno riparatore e tranquillo, come ai giorni dell'etą pił bella.
     
      PARTE SECONDA
     
      STORIE INTORNO AL BURANCOStreghe, folletti, apparizioni.
     
      CAPITOLO I.
     
      La leggenda del Buranco a Loano -
      Gli spettri ai Mazzocchi e il cadavere d'uno scomunicato -
      Smentita alla leggenda e alle fiabe -
      Fantasmi notturni sull'erta di Peggia.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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