.. più nulla, o meglio quel silenzio altissimo che in una notte oscura tien dietro al franamento improvviso di una roccia immane e invisibile...
- Dove traeste voi queste panzane?
- Torno a dirlo: dalla bocca sorridente degli scettici; ma, in confidenza, la storia vien pure ammessa con molta compunzione dalle anime timorate. Nondimeno, essendo io per natura d'indole alquanto diffidente, e piuttosto scrupoloso intorno alle ragioni di eventi, la cui diffusione potrebbe farmi passare per un solenne baggeo o per un ipocrita miscredente, pensai di volgermi, anche per debito di coscienza e buona fede, a chi suole aver mano in pasta in materia tanto controversa: ed ecco ciò che mi si scrisse in lettera autentica e bollata.
Loano, lì** 1894
Caro amico,
«Oh, il benedett'uomo che siete! Volete saper sempre tutto, delle cose anche le più insignificanti, e ora segnatamente della leggenda tanto strampalata;e io non esiterò a soddisfarvi, anzi lo farò con la sincerità d'un penitente a’ piedi del confessore.
«Il dissotterramento non ha mai esistito, come non è punto vero il trasporto della carogna - la lettera usa questo vocabolo propriissimo - per l'erta di Peggia; e il mulattiero Didò, al quale si era attribuito il poco grato incarico, il Didò, ripeto, nega recisamente fatti e particolari, e tutto il grosso zibaldone di strampalerie scomunicate, che pose in tant'orgasmo la mobilissima fantasia popolana. Quanto a me, poi, sappiatelo: non nego, nè affermo; faccio il cronista per amor di verità, ch'è quella gran dea a cui voi stesso, e i pari vostri, e ogni galantuomo, aggiungo, sogliono tributare omaggio sincero e inalterato.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Peggia Didò Didò
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