Sotto altre forme le stesse scene, disordini e furori. Anche la canzone è poco diversa, nel senso, dall'altra così sguaiata; sentite:
Chi vuol venir con noi,
Faremo i piacer' suoi:
Tira là, tira là,
Bel capron, fatti in qua.
Chi vide di tali scene, o le osservò pur da lontano, dovette poi battersi non so quante volte il petto per ottenere l'assoluzione del confessore.
Più umana e in vero educatrice è la storia del Sacco meraviglioso.
Raccontano i vecchi con cert'aria di compunzione che in quei beati tempi delle fate - non ancor tanto remoti, chè il fatto si crede avvenuto cinquanta o sessant'anni fa -, raccontano, dico, che colui o colei che avesse incontrato le simpatie d'una fata, o fosse entrato nelle buone grazie di lei, si poteva proprio riputare un mortale fortunato. N'è chiaro argomento la storia seguente, che viene tuttavia narrata a chi vuol sentirla da una buona signora, *** capace di darvene le prove più convincenti.
Lucrezia N. *** era moglie d'un marinajo ardito e gagliardo, che faceva viaggi di gran cabotaggio lungo le coste mediterranee, viaggi - ahimè! - che parea non avesser mai fine. Belloccia e geniale, Lucrezia menava vita austeramente virtuosa, ma pur miserevole, poichè non avendo nè podere, nè casa, dovea stentar dalla mattina alla sera per procacciar pane a sè ed ai figli, due bei marmocchi, avuti dall'amor suo col marito amato. Andando innanzi alla meglio, riuscì a comprarsi un piccol sacco di grano, e volendo far il pane in casa, pensò portarlo al molino per farlo macinare.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Sacco Lucrezia
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